Conflitti aziendali: reprimerli o alimentarli?

Il titolo di questo articolo potrebbe lasciare spiazzato e perplesso più di qualcuno di voi.

Oggi tuttavia desidero sdoganare un pensiero comune per il quale la felicità debba essere necessariamente intesa come sinonimo di benessere psicofisico costante, impassibile da fluttuazioni negative.

Esistono diverse immagini metaforiche in natura che fanno facilmente comprendere come il processo di realizzazione passi in maniera pressoché imprescindibile per qualcosa di negativo: un fiore per sbocciare necessita della pioggia, un bambino per imparare che il fuoco brucia deve scottarsi, un lavoratore alle prime armi per guadagnarsi esperienza deve lavorare sodo partendo dal basi.

La felicità, sia essa contestualizzata all’ambiente aziendale o meno, non può essere il frutto di una mera serendipity ma è un sentimento che ne richiede molti altri, inclusi la rabbia, la delusione, la tristezza e la frustrazione.

Forgiare un gruppo di persone veramente felici è più impegnativo di quanto si pensi in quanto richiede di unire disparità e singolarità di pensiero e giudizio: io potrei ritenere una decisione corretta mentre un mio collega potrebbe pensarla esattamente al contrario.

Qual è la soluzione per trovare dunque un punto d’incontro? Discutere (animatamente se necessario). 

Confrontarsi è importante, certo, ma molto spesso il confronto implica una formalità valicante che non permette di esternare in toto le proprie sensazioni. 

Una discussione accesa invece, intesa come esprimere senza filtri e remore il proprio pensiero conduce ad una visione chiara e cristallina di cosa non funziona e permette di conoscere in profondità il proprio interlocutore nell’essenza delle sue emozioni.

Se le persone si sentono libere di esprimere reciprocamente i propri dubbi, i propri malcontenti e la propria insoddisfazione sporadica, allora saranno davvero felici.

Consapevole dell’importanza di questo aspetto ho deciso con il mio team di stilare una vera e propria guida per la risoluzione dei conflitti all’interno di Heply. Siamo appena ai primi atti di questo percorso, sarà duro e difficile, tanto quanto lo abbiamo fatto per guadagnarci la nostra prima esperienza lavorativa. 

Un’azienda felice non si arma di paraocchi per rinnegare potenziali malintesi ma cerca di comprenderne la natura e i meccanismi per gestirli al meglio.