In Heply vince l’Honest

Come forse avrete capito, in Heply abbiamo un modo di comunicare particolare. Meme a parte, abbiamo col tempo sviluppato quello che ad oggi mi piace definire il nostro slang

All’interno di questo, c’è un sostantivo in particolare che usiamo ricorrentemente: “honest”. Essere onesti è una condizione su cui non transigo all’interno della nostra organizzazione: agire con rettitudine e sincerità e astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo sono i valori su cui ho sempre improntato il nostro modo non solo di lavorare, ma anche di essere.

Per essere onesti, dire come stanno davvero le cose, a volte tocca agire in un modo che può essere percepito come “duro”, ma questo non vuol dire che l’onestà debba essere necessariamente brusca. 

Prima di tutto, bisogna avere ben chiaro l’obiettivo della nostra onestà: abbiamo davvero delle buone intenzioni, o ce ne stiamo approfittando per penalizzare indirettamente chi ci troviamo davanti? 

In Heply il mio lavoro è quello di allenarsi alla felicità, tra le varie cose che per me vuol dire sicuramente includo anche il fatto di impegnarsi per essere il più possibile trasparenti.  Agire da onesti comporta il rischio, ogni tanto, di dover dire cose scomode, di non soddisfare le aspettative che nutriamo noi per primi e poi anche gli altri nei nostri confronti, il rischio di ferire qualcuno, ma è un presupposto indispensabile per vivere centrati e per poter affrontare un rapporto interpersonale, di qualsiasi genere esso sia, in modo pulito.